LA NOSTRA STORIA

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"Mia madre mi aveva messo in seminario per garantirmi un futuro, ma io non ero tagliato per fare il prete. Da grande volevo fare il commerciante. Non sapevo di cosa. Scappai dal seminario che non avevo ancora 11 anni. Mi nascosi in una toilette di un treno e partii per Torino dove c'erano gli zii e i cugini, che quando tornavano in Puglia per le ferie mi raccontavano di una città meravigliosa, dove tutti lavoravano e la domenica andavano allo stadio con la Vespa. Davano un'idea di ricchezza che noi di Andria, con la nostra campagna, ci sognavamo ad occhi aperti. Invece i ricchi eravamo noi, perchè la vera risorsa è la terra". 


"Arrivai a Torino in pieno inverno, ma non fu il freddo a farmi detestare quella città cattiva con chi, come me, veniva dal sud. Me li ricordo ancora quei cartelli con scritto "Non si affitta ai meridionali", affissi ai portoni delle case. E mi ricordo anche che spaccai letteralmente la faccia a un ragazzo che mi aveva insultato. Allora andai a vivere da una famiglia di Trani che stava a Milano in una casa di ringhiera in via Borsieri, con un solo bagno in comune sul ballatoio. Sai che coda c'era la mattina! Anche lì vendevo la frutta e verdura nei mercati, ma l'aria era più respirabile. I milanesi erano aperti, cordiali e io mi sentivo a mio agio. Mamma tentò di riportarli a casa più volte, ma io continuavo a scappare, perchè volevo lavorare e non bighellonare tra bar e piazze di Andria come facevano i miei coetanei finiti, negli anni successivi, tutti in galera. Io mi sono salvato per la voglia di fare, ma anche per mia madre, una donna forte e testarda che veniva a vedere cosa combinavo. Alla fine ci riuscì a riportarmi a casa, ma solo perchè avevo trovato il lavoro giusto: l'ambulante di tessuti, di maglie e anche di scarpe usate. A 20 anni mi sposavo e a 21 aprivo il mio primo negozio con 5 milioni di lire prestati da un usuraio. Era il 1970. Compravo tessuti a Napoli a Pianesi, Isaia e San Giovanni, pagavo con assegni post datati firmati da mia madre. In meno di un anno sono riuscito a togliermi gli strozzini di mezzo". 


"Rilevai una tintoria di via Imbriani. Diedi una buona uscita di 14 milioni al titolare perchè lasciasse libero il locale e fu uno scandalo: nessuno a Barletta e pochi altri in Italia avevano fatto una cosa del genere. Aprii Top Asselta, una jeanseria con i marchi più noti di allora. Ma non mi bastava. Volevo qualcosa che mi facesse stare ancora di più al passo con i tempi: cominciare a frequentare i grandi showroom milanesi". 


"Io sono un commmerciante da marciapiede, sono sempre in mezzo alla strada. Perchè è qui che capisco le esigenze della gente. Oggi risparmiamo sui vestiti per il quotidiano, ma non badiamo a spese per cerimonie e matrimoni. E le mie vetrine sono un punto di partenza, ma anche un traguardo". 

LUXURY BOUTIQUE | BARI

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Per noi l'abbigliamento è una delle massime espressioni stilistiche e di personalità di una persona. Le donne che scelgono di affidarsi alla professionalità del nostro staff e della selezione molto raffinata dei capi che proponiamo, raccontano di un'esperienza a 360 gradi. 


I colori, le sfumature, i brand di prestigio e le storie che possiamo raccontare attraverso l'abbigliamento, sono infinite. Combinazioni di storie e di significati unici che assumeranno un valore totalmente differente da cliente a cliente. 


Il concetto, il messaggio, lo stile e il portamento di ogni singola donna verranno studiati attentamente, così da potervi consigliare nella maniera più precisa possibile. 

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